lunedì 2 novembre 2009

Videoimprenditorialità ….

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Interessante chiaccherata con Elena Da Ros, autrice del video virale vincitore per l’Italia della selezione per l’uscita di Google Chrome:

Ad oggi il video è uno dei 13 in selezione mondiale per diventare parte della campagna ufficiale di Google Chrome.

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martedì 27 ottobre 2009

Il blog come strumento di Marketing

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blog_corporate Web 2.0, marketing non convenzionale, digitale… i termini sono tanti la sostanza una sola: il marketing non è più quello di una volta.

Martedì 3 novembre 2009 presso la Delegazione Ovest Colli della Confinustria Padova dalle 17.00 alle 19.00 una Pillola Formativa con Rita Bonucchi che ci indicherà come orientarsi nella giungla delle nuove opportunità del marketing postmoderno.

Scheda di adesione scaricabile al seguente link.

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martedì 7 luglio 2009

Apertura ed Azione Globale

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Susan Barnes, professore e associate director presso il Rochester Institute of Technology's Lab for Social Computing afferma che i Social network possono aiutare a promuovere un’azienda in due modi:

"I clienti fedeli possono creare piccole reti e fare da testimonial per l'azienda, mentre i dipendenti possono condividere tra loro le informazioni tramite i social network".

Io mi permetterei di aggiungere una terza voce: clienti e dipendenti possono conversare con trasparenza generando fiducia …..

Sempre interessanti comunque gli articoli con elenchi numerati di consigli su come affrontare il Web 2.0 (per il personal branding o per il brand aziendale):

  1. Scegli con attenzione il tuo social network.
  2. Datti degli obiettivi realistici.
  3. Trova il tuo pubblico.
  4. Comportati da bravo cittadino della rete.
  5. Apriti.
  6. Ma senza esagerare.
  7. Ascolta prima di parlare.
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lunedì 29 giugno 2009

Fiducia, trasparenza e Web 2.0

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Il movimento del Web 2.0 sta mettendo in risalto una formula vincente:

fiducia

Detta a parole: la fiducia è direttamente proporzionale alla trasparenza e al dialogo ed è inversamente proporizionale al controllo.Penso a due grandi ed eterogenei casi di applicazione: il lavoro di gruppo di un team ed il marketing di un’azienda.

Nel Teamwork ogni componente della squadra (compreso il capo/leader) dovrebbe ben saperlo.

Nelle azioni di marketing le aziende devono sicuramente stare attente: grazie al web i clienti possono raggiungere una massa critica e fare conversazioni importanti che possono rovinare un’azienda. Ignorare queste conversazioni sarebbe un problema serio: sul web il prodotto di un’azienda è la sua pubblicità, i clienti sono l’agenzia pubblicitaria.

Luigi Mengato per Laboratorio Enterprise 2.0

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martedì 23 giugno 2009

Enterprise 2.0: tecnologie e metodi per l'azienda rete

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Pubblico qui alcuni stralci di un'intervista che mi hanno fatto sui temi dell'Enterprise 2.0.



Cos'e' l'Enterprise 2.0 ?

Oggi, i mercati mondiali sono intrecciati in un'unica grande rete, e le conoscenze e le risorse necessarie per essere competitivi sono sempre piu' difficilmente governabili da un'azienda isolata: il fattore strategico piu' importante per un'azienda, e' diventato “essere rete” e “fare rete”. Essere rete per sfruttare al meglio il potenziale delle risorse interne; fare rete per sviluppare la migliore ed efficace relazione possibile con clienti, fornitori, partner e istituzioni, cioe' l'ecosistema di riferimento per l'azienda. Il termine “Enterprise 2.0” si riferisce alle tecnologie, ai metodi e alla cultura che aiutano in questo percorso, e prendono a modello internet, e il suo progresso straordinario e continuato da 20 anni.

Perche' e' importante il modello a rete ?

Le criticita' e le opportunita' arrivano da mille direzioni: e' richiesta la massima flessibilita' organizzativa, la capacita' di apprendimento continuo, e di adattamento rapido e non approssimativo. Una struttura troppo rigida e controllata, funziona molto bene in assenza di necessita' di cambiamento, ma non in contesti cosi' tempestuosi. Una struttura a rete, invece, libera tutto il potenziale di intelligenza, creativita' e capacita' di elaborazione che spesso rimane nascosto nelle pieghe dell'organizzazione tradizionale. Non solo migliora l'efficienza aziendale, ma anche il posizionamento dell'azienda stessa nel suo ecosistema di riferimento, e quindi aumenta le nuove opportunita' di business.

A quali tecnologie si fa riferimento in particolare ?

La tecnologia ha promesso finora maggiore efficacia ed efficienza organizzativa attraverso piattaforme informatiche per l'elaborazione dei dati (business intelligence), per la gestione dei documenti in azienda (document management), per l'esecuzione dei flussi di lavoro (workflow management), per il supporto alle principali aree funzionali (erp), e per il supporto alla comunicazione e alla collaborazione in azienda (intranet). Proprio in seguito ad una migliore gestione di queste risorse, e' emersa la necessita' di spostare l'attenzione direttamente sulle persone e sulla loro capacita' di connettersi, collaborare, e attivarsi per risolvere problemi e generare nuove opportunita'. La tecnologia delle intranet di seconda generazione, che comprende una foltissima famiglia di strumenti “web-based”, piu' di tutte garantisce supporto e spinta a questo nuovo approccio, in modo efficace, con grande flessibilita' e a costi bassissimi. Si tratta di un campo dove assistiamo da anni ad innovazioni straordinarie, che spesso l'utente finale, e l'azienda che se ne serve, non conosce fino in fondo e che rimangono, per cosi' dire, “sotto il cofano”. Ma soprattutto la vera novita', che internet ci dimostra ogni giorno, e' che ora si possono gestire livelli di complessita' (conoscenze, relazioni, informazioni di ogni tipo) ormai sempre piu' ingovernabili con altri strumenti. Una scheda tecnica separata illustra le caratteristiche distintive degli strumenti in questione.

Si tratta quindi di tecnologie per fronteggiare e gestire la complessita' ?

La tecnologia deve sempre essere considerata uno strumento abilitante, anche se insostituibile, e non il fine ultimo dell'intervento. Questo rimane sempre nel miglioramento del business risultante: generazione di nuove entrate, riduzione dei costi, o incremento e difesa della capacita' di competere nei mercati globali. Come si usa il telefonino per una migliore mobilita' e reperibilita', e non per il solo piacere di esibire un gadget tecnologico o di chiacchierare, cosi' nel caso delle tecnologie “Enterprise 2.0”, quello che conta non e' il compiacimento nel poter gestire molte piu' informazioni e contatti interpersonali, ma nella capacita' di trovare risposte e soluzioni, piu' rapidamente, migliori, ogni volta che serve. Dunque, innanzi tutto, queste tecnologie devono essere considerate una componente dell'organizzazione, e il loro inserimento in azienda e' da valutare insieme al cambiamento della struttura aziendale e del comportamento delle persone coinvolte. Inoltre possono essere considerate “strategiche”, perche', se utilizzate opportunamente, diventano l'elemento che caratterizza e perfeziona il posizionamento dell'azienda nel mercato di riferimento.

Dunque innovazione non solo tecnologica, ma a 360 gradi ?

L'innovazione e' una parola molto abusata, soprattutto oggi, con la quale viene compreso tutto cio' che rappresenta una novita' rispetto al passato: nel prodotto, nel processo, nei materiali, nel marketing e nel modello di business. Ma non tutto cio' che e' nuovo e' anche valido: l'innovazione che conta e' quella che sviluppa la tradizionale capacita' di fare (“artigianale”), e di rielaborare il rapporto col mercato, portando verso l'eccellenza, oppure verso novita' che siano veramente utili e convincenti nel tempo. Lo Sviluppo Nuovo Prodotto e' ormai un processo trasversale di grande impatto aziendale, ed e' necessario affrontare con la massima apertura ma anche con la dovuta capacita' gestionale, la generazione delle nuove idee, la loro selezione in ragione del mercato, il supporto alla trasformazione in varianti di prodotto e in nuovi prodotti, e infine la commercializzazione nei vecchi e nuovi canali, e perfino alcune funzioni di staff. Con l'approccio “Enterprise 2.0”, e un moderno processo di sviluppo nuovo prodotto, l'azienda acquisisce e potenzia la capacita' di lettura e di rielaborazione di input esterni grazie alle competenze interne, aumentando cosi' la qualita' e il valore del proprio prodotto, differenziandolo dalla concorrenza.

[...]

Per la versione completa contattatemi pure direttamente.


Gino Tocchetti per Laboratorio Enterprise 2.0
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lunedì 15 giugno 2009

Il Knowledge Management è il papà dell’Enterprise 2.0 ?

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giovedì 4 giugno 2009

Domare le e-mail

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Cattura

Martedì 9 giugno ore 17.00 appuntamento alla Delegazione Ovest Colli della Confindustria Padova con Andrea Dallan che ci parlerà di un argomento molto “scottante” ….. saper domare le e-mail.

La recente analisi E-mail Marketing Consumer Report 2009 – Italia ha evidenziato dei numeri molto significativi: 420 milioni di e-mail ricevute ogni giorno in Italia, recapitati sui 51 milioni di caselle e-mail esistenti corrispondono a circa 20 messaggi a testa per ognuno dei circa 22 milioni di utenti Internet italiani.

Come domare questo “diluvio” di informazioni (come direbbe Pierre Levy) e non cadere nell’Information Overload ?

Appuntamento a martedì: qui il format di presentazione/iscrizione dell’evento e qui sotto un’anteprima delle slide che vedremo:

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giovedì 14 maggio 2009

Collaborarazione e condivisione

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Durante l’intervento al WorkShop Enterprise 2.0 di martedì sera avevo citato le slide sulla “gara di canoa” ed avevo promesso che le avrei messe a disposizione …. ecco qui:

Come già evidenziato il Web 2.0 è innanzi tutto un cambio culturale: è chiaro che la cultura espressa nelle slide non permette il diffondersi di tematiche di Enterprise 2.0.

Infine … colgo l’occasione per segnalare un interessante Post che parte dall’azienda Lago Arredamenti per presentare un altro caso di applicazione di successo, la Project Group. L’articolo è al seguente link.

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mercoledì 13 maggio 2009

Enterprise 2.0: istruzioni per l'uso

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Ieri, nella sede di Confindustria Padova, si e' tenuto il workshop "Laboratorio Enterprise 2.0", a cui hanno partecipato 85 persone, tra imprenditori, professionisti e studenti. Le domande e la conversazione alla fine hanno dimostrato il grande interesse e al tempo stesso le perplessita' che ancora avvolgono l'introduzione di questi temi in azienda. Molti gli spunti per le puntate successive.

Riporto qui le slide del mio intervento, che, ricordo, aveva lo scopo di introdurre la tematica dell'Enterprise 2.0, rispondendo a domande come: Cosa si intende per Enterprise2.0 ? Quali reali vantaggi porta in azienda ? Quali potenzialità vengono liberate e quali costi e vincoli vengono compressi ? Quali cambiamenti organizzativi e quali strumenti e tecnologie abilitanti ?

Massima disponibilita' a proseguire la "conversazione" con domande e osservazioni in questo spazio web, appositamente creato "in perfetto stile web2.0".

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martedì 12 maggio 2009

WorkShop “Laboratorio Enterprise 2.0”

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Si è concluso da poche ore il WorkShop in Confindustria sull’Enterprise 2.0. E’ presto per commentare, bisogna lasciare passare un po’ di tempo. Sicuramente un bel segnale l’affluenza (85 iscrizioni) e il livello di partecipazione.

Un ringraziamento a tutti i partecipanti, a Gino e a Nicola della Lago Arredamenti per i loro interventi. Intanto io, come promesso, metto qui a disposizione le slide che ho utilizzato per la mia presentazione:

In attesa dei vostri feedback …….

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venerdì 8 maggio 2009

Enterprise 2.0: è un nuovo software o un cambiamento culturale ?

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Ho letto e segnalo questo Post di Gian Angelo Geminiani. Mi permetto di evidenziare la parte finale:

Il punto è che quando si parla di Enterprise 2.0 non si stà parlando di tecnologia, ma di persone.
PERSONE, è questo il punto. I manager sono persone, gli impiegati sono persone, e tutti hanno abitudini e procedure consolidate, automatismi, e anche timori. Quando si parla di Enterprise 2.0 si parla di introdurre in azienda un cambiamento, non un software.
Non si tratta di fredda tecnologia, ma di un nuovo atteggiamento di apertura, di collaborazione, trasparenza e condivisione. Si parla di coinvolgimento e partecipazione, si parla di cose che avvengono tra le persone e non tra i sistemi informativi.

Non si tratta di installare un software …..

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mercoledì 6 maggio 2009

Il vero valore viene dal cambiamento delle persone, altrimenti resta una porta nel deserto

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change Titolo questo post con la frase conclusiva di un workshop che ho seguito questo pomeriggio alla SMAU Business di Padova; una frase che mi è piacuta molto, perchè riassume in modo efficace il cuore della riuscita dell'Enterprise 2.0.

La frase non è mia, quindi, ma del relatore Andrea Gaschi, Ingegnere informatico e Ricercatore degli Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano, che ha saputo calamitare l'attenzione di tutti durante l'incontro "Enterprise 2.0: verso una nuova organizzazione aperta, flessibile e sociale".

Il cuore della sua esposizione è proprio racchiuso nella frase del titolo. Non servirebbe aggiungere altro a mio parere. Insomma, la tecnologia senza cambiamento culturale e organizzativo non basta! Le tecnologie sono solo un mezzo che le persone utilizzano per esprimere il desiderio di partecipazione che già esiste e che non sono certo le tecnologie a creare. Sante sante parole!

Quindi, qualsiasi impresa che desideri essere una Enterprise 2.0 come prima cosa deve fare proprio questo nuovo modo di pensare. Mi piace il termine "appartenenza aperta", proposto oggi, per definire la necessaria apertura dei confini dell'impresa per favorire una maggiore partecipazione di tutti gli attori coinvolti, fornitori, clienti o partner che siano.

Ma come fare? Innazitutto occorre stimolare e non soffocare la "collaborazione emergente" (altro termine usato oggi) all'interno dell'impresa, introducendo sistemi di condivisione (partendo dalla "semplice" agenda) e di dialogo (chat per esempio). Ma non è tutto. occorre poi sviluppare la conoscenza in rete con blog, wiki e sondaggi (per indicarne alcuni), la Global Mobility per accedere da qualsiasi posto alle informazioni della rete e la creazione di nuove relazioni attraverso i Social Network.

A supporto della validità e necessità di intraprendere questa strada è un dato che ci è stato proposto e che indica come in questo momento di crisi, in cui anche i progetti più innovativi (anche legati all'ICT) vengano per forza di cose accantonati e rimandati, i progetti di Enterprise 2.0, in realtà sono in crescita sotto tutti gli aspetti: dalla gestione documentale condivisa all'impiego dei Social Network.
Nei prossimi tre anni, infatti, è previsto che mentre il settore ICT sarà in decrescita, l'Enterprise 2.0 crescerà.
Vi invito a leggere un interessante post pubblicato nel blog Enterprise20.it del Politecnico di Milano dove questi dati sono presentati e commentati in maniera esaustiva.

Uno stimolo ulteriore per non rimandare ancora questo cambiamento!
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Impresa 4.0: le 4 direzioni della comunicazione digitale‏

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copertina4punto0 Ho letto questo libro tre volte e per tre volte tutto d'un fiato! La ricchezza dei contenuti mi ha portata a rileggere alcuni passaggi più volte e a tenere il libro accanto a me da aprire di tanto in tanto per leggerne i contenuti a seconda del tema su cui stavo meditando.

Vero ... non vi ho ancora detto titolo e autore. Rimedio subito!

Marco Camisani Calzolari - Impresa 4.0. Marketing e comunicazione digitale a 4 direzioni - edizione Financial Times Prentice Hall

E' un testo molto utile come punto di partenza per approcciare tutti i temi legati alle opportunità offerte dal Web 2.0, definizione ormai alquanto vaga, viste le numerose "specializzazioni" che sono sorte intorno a questo argomento in particolare negli ultimi tempi.

Le 4 direzioni che sono descritte nel testo sono i 4 canali in cui la Comunicazione d'Impresa si esprime:

- da DENTRO a FUORI (l'impresa parla all'esterno, al mercato)
- da FUORI a DENTRO (dall'esterno verso l'impresa)
- da FUORI a FUORI (il buzz, il passaparola tra i componenti della rete esterna)
- da DENTRO a DENTRO (l'impresa comunica al suo interno)

Lascio alla vostra lettura scoprire i dettagli e gli strumenti suggeriti per ognuna di queste direzioni.

Perchè ho pensato di segnalarvi questo libro? I motivi sono molti, ma ve ne evidenzio 4 (non a caso):

1. è ricco di casi, esempi e indicazioni pratiche su come fare e su come orientarsi nell'utilizzo degli strumenti del Web 2.0 a seconda delle proprie esigenze

2. fa leva sulla necessità di cambiamento culturale che deve necessariamente intraprendere l'impresa per proporsi ai clienti (e non) in modo innovativo. E' una priorità assoluta prima ancora di pensare ad investimenti in tecnologie!

3. pone come dato imprescindibile l'ascolto e il dialogo con i clienti

4. da non perdere per chi è in zona Padova mercoledì 6 maggio. L'autore parlerà del suo libro allo SMAU Business Padova. L'appuntamento è per le ore 12.00. C'era ancora qualche posto disponibile per dare la propria adesione. Qualche informazione in più la potete trovare sul sito di SMAU Business Padova!

Vi segnalo anche il blog dell'autore e il sito dedicato al libro, dove poter scaricare due capitoli in formato PDF.

Per chi non riuscisse ad essere presente domani, l'appuntamento è comunque in libreria!
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lunedì 4 maggio 2009

Freno e acceleratore nell'Enterprise 2.0

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Rispondo alla domanda posta da Mario Gastaldi, nel suo gruppo du LinkedIN "Sviluppo delle Organizzazioni". Si chiedeva in sostanza se la tecnologia può cambiare la cultura ... oppure è necessario che nasca una cultura di collaborazione che utilizza tecnologie a supporto?

Prima dell' Enterprise 2.0 si parlava di "gestione della conoscenza" e di "supporto alla collaborazione e al lavoro di gruppo" - naturalmente usando appositi termini americani. In tutti questi casi la tecnologia e' sempre stata un fattore abilitante "in positivo", mentre la "componente people" e' sempre stata un fattore cruciale "in negativo" - qui positivo e negativo non rappresentano un giudizio di valore, ma si intendono riferiti al cambiamento. Con l'Enterprise 2.0, e' ancora come prima.

Proviamo con una metafora: se la tecnologia fosse un automobile, potrebbe permettere viaggi altrimenti non possibili, ma la persona che non ha intenzione di uscire di casa e' comunque l'ostacolo insormontabile. Dunque anche in questo caso, se le persone lo vogliono fare, la tecnologia e' importantissima, ma se le persone non lo vogliono, la tecnologia non conta.

A causa di questa dissimmetria, e considerando che i contesti non sono quasi mai bianchi (tutti favorevoli e ben disposti verso la tecnologia) o neri (tutti reticenti e resistenti all'introduzione di nuove tecnologie), la strada non puo' che essere scivolosa e piena di curve. Consiste in un percorso di avvicinamento in cui si oscilla tra interventi sulle persone, volti a radicare un atteggiamento favorevole al cambiamento (alla condivisione, alla collaborazione, ...), e sul piano della tecnologia, volti a dimostrare che alcuni strumenti possono amplificare i benefici dei modelli comportamentali adottati anche in parte.

Chiudo ricordando che un tempo, nelle organizzazioni impostate gerarchicamente, quando si doveva introdurre un cambiamento, si considerava in alternativa un approccio "di rottura". Si preferiva cioe', fronteggiare un cambiamento repentino e una reazione fortemente ostile. Naturalmente si contava sul fatto che non c'era liberta' di scelta da parte delle persone, che quindi "subivano" il cambiamento volenti o nolenti.

Nell'ambito delle professioni basate sulla conoscenza, e quindi nell'ambito dell'Enterprise 2.0, questo approccio non puo' proprio funzionare. E' necessario ottenere dalle persone un'adesione intima al cambiamento, una partecipazione convinta, senza le quali nessuna conoscenza sara' messa a fattor comune, nessun potenziale collettivo sara' liberato, anche se fanno finta di usare la tecnologia.

Gino Tocchetti per Laboratorio Enterprise 2.0
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domenica 3 maggio 2009

Peter Herzum parla dell’Enterprise 2.0

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Peter Herzum è il fondatore e presidente del gruppo Herzum, è una società internazionale di consulenza la cui mission consiste nell’allineare all’interno delle ziende le architetture IT e l’organizzazione aziendale, nonché ridurre i costi e accelerare il time-to-market.

Herzum è intervenuto al Convegno organizzato dalla Scuola di Management del Politecnico di Milano ed ha parlato del rapporto tra aziende e tecnologie Web 2.0, spiegando come l'allineamento delle architetture di Information Technology agli obiettivi di business sia una delle sfide più importanti per i CIO in questo primo scorcio del terzo millennio.

Il video dell’intervento al seguente link su blip.tv

Luigi Mengato per Laboratorio Enterprise 2.0

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domenica 26 aprile 2009

KM: architettura delle informazioni in azienda

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Via Mauro Lupi scopro un bellissimo Post di Giacomo Mason sull’architettura informativa delle intranet aziendali. Sicuramente tutto la leggere, ma da sottolineare i 7 modelli proposti:

  1. Architettura per settori aziendali;
  2. Architettura per aree tematiche;
  3. Architettura per formati;
  4. Architettura per eventi;
  5. Architettura per appartenenze;
  6. Architettura per servizi;
  7. Architettura per task;

Da tenere sottomano, quando si studia ad esempio un’interfaccia SharePoint ……

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mercoledì 22 aprile 2009

il Web 2.0 che assume

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Segnalo un articolo della rubrica TrovoLavoro.it del Corriere della Sera sulla ricerca di personale da parte di alcuni noti Social Network. E’ sempre interessante notare che ci sono settori in controtendenza rispetto alla “crisi” e quali siano le competenze richieste alle nuove figure lavorative che il mercato richiede.

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martedì 21 aprile 2009

Facebook ed Aziende

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Facebook diventa per le aziende un canale di Marketing più bidirezionale, permettendo il dialogo con i propri clienti. Interessante segnalazione in questa pagina di Microsoft PMI. Sicuramente si avvicina di più al concetto di blog e si allontana dal concetto di “vetrina”.

Nel frattempo, come ci segnala Vincos, ….

  • gli Italiani su Facebook superano i 9 milioni;
  • il ritmo di crescita mensile è rallentato al + 8%;
  • cresce la fascia dei 46-55 e quella segli over 56enni;
  • il 60% dei età 19-24enni Italiani è iscritta a Facebook.

Luigi Mengato per Laboratorio Enterprise 2.0.

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lunedì 20 aprile 2009

Enterprise 2.0: una moda o un cambio di paradigma ?

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E' noto a tutti che la nostra economia e' sempre piu' basata sulla "conoscenza" - rispetto a qualche decade fa in cui la "produzione" era al primo posto - e che in questo passaggio non si deve leggere una rivoluzione, e quindi l'abbandono di una "cultura del fare", ma semplicemente un recupero di "una capacita' di fare che trasuda competenza e cultura". Da qui la ragione percui tutti i professionisti, anche quelli piu' legati al mondo manifatturiero e produttivo, sono inevitabilmente "portatori di una profonda conoscenza (knowledge worker) e si distinguono per la capacita' di rigenerarla e ricombinarla senza fine". Per questo la questione della conoscenza in azienda non puo' essere separata dalle persone.

silos di conoscenzaMolte delle tecnologie che i "knowledge worker" usano per comunicare cadono in due categorie. La prima consiste nei "canali" - come mail e Messaggistica Istantanea - dove c'e' la massima liberta' di creare e distribuire informazioni, ma queste informazioni hanno una "bassa circolazione" (limitata alle sole persone coinvolte nel singolo flusso, spesso limitata solo a due o pochissime persone). La seconda categoria comprende le "intranet" e le "extranet" (siti istituzionali dell'azienda - sezione documentazione, eventualmente ad accesso limitato - oppure "portali informativi" per dipendenti e partner), cosiddetti "silos", dove la generazione delle informazioni, o almeno l'approvazione, e' in carico ad un limitato gruppo di persone autorizzate, e d'altra parte l'accesso e' consentito in generale, previa regolazione, ad un elevato numero di persone.

Modello SECI di Nonaka Takeusci, 1995Negli anni passati e fino ad oggi, alcuni sistemi di knowledge management (strumenti e metodi organizzativi) hanno tentato di combinare questi due approcci, cercando di estrarre la "conoscenza" dall'attivita' quotidiana, e cristallizzandola in oggetti che fossero di comune e stabile riferimento. Il risultato di questi tentativi pero' e' stato piuttosto ridotto, e accettabile solo in casi ben determinati, a causa delle difficolta' e dei vincoli emersi in tutto il processo: quali motivare le persone a condividere la propria conoscenza, "farla emergere" in modo da renderne possibile il riutilizzo, congelarla nel tempo e al di fuori dei contesti di riferimento, classificarla in modo comprensibile ed utile per tutti e semplificarne l'accesso... Inoltre dal punto di vista strettamente tecnologico, gli strumenti a disposizione (email, intranet...) si sono dimostrati "poco pratici": la quantita' di mail e' soverchiante lo stretto necessario; ritrovare le informazioni nella enorme quantita' di documenti e messaggi archiviati e' come cercare un ago nel pagliaio.

Andrew McAfeeNel frattempo, si sono rese disponibili nuove tecnologie, basate sul "modello a rete", che prevedono la libera e spontanea partecipazione delle persone, che quindi comunicano e collaborano con generosita', e con un approccio "pratico", tale da favorire effettivamente sia la generazione che il riutilizzo delle informazioni e della conoscenza. Queste tecnologie hanno preso corpo mentre Internet diventava sempre piu' accessibile a chiunque, per le ridotte competenze tecniche richieste, per i costi di accesso azzerati o quasi, per il raggiungimento di una massa critica che ha motivato sempre piu' persone alla partecipazione. Questa nuova "fase" nello sviluppo di Internet e' nota col nome di "Web 2.0", e per analogia Andrew McAfee - professore ad Harvard dal 1998, in Technology and Operations Management - ha usato per la prima volta nel 2006, il termine "Enterprise 2.0", riferendosi alla possibilita' di utilizzare in azienda il "modello a rete" e le tecnologie che lo abilitano. Da allora numerose aziende hanno abbracciato con successo tale approccio, e alcune anche in Italia.

reti socialiCome con "Web 2.0" si intende ormai una combinazione di persone (innanzi tutto), tecnologia, e organizzazione (questa limitata a semplici forme di collaborazione), e i "contenuti" (informazione e conoscenza) sono un'appendice delle stesse persone, cosi' il modello a rete in azienda (Enterprise 2.0) consiste in una fondamentale rivalutazione del ruolo centrale delle persone, e nell'adozione di strumenti e modelli organizzativi molto semplici, capaci di facilitare la comunicazione e la relazione tra i professionisti, e liberare il potenziale di creativita', conoscenza e intelligenza, sia nella operativita' che nei momenti decisionali.

Post Consumer EraInoltre il "Web 2.0" sta permettendo una trasformazione importante del modo di comunicare e relazionare nella societa' civile: nessun settore rimane escluso, dall'accesso alle informazioni (stampa, televisione), all'entertainment (musica, video), alla formazione, alla politica, ... e in tutti quei campi in cui il consumatore finale si informa sul prodotto o servizio da acquistare. Dunque per un'azienda e' indispensabile prendere in seria considerazione le dinamiche relazionali a cui i propri clienti sono sempre piu' familiari, per poter continuare ad avvicinarli e farsi conoscere e preferire. Ne segue che nell'approccio al mercato e nella comunicazione a carattere commerciale e' sempre piu' cruciale avere una buona conoscenza degli strumenti e soprattutto del modello "Web 2.0": in questo senso l'Enterprise 2.0 comprende anche l'importante capitolo del cosiddetto "marketing non convenzionale".

Oltre che rappresentare una appropriata risposta al problema della gestione delle informazioni e della conoscenza, della comunicazione all'interno e all'esterno dell'azienda, e del supporto alle decisioni in azienda, il Web 2.0 e' anche ormai un modello di socializzazione ed interazione, sempre piu' familiare, se non imprescindibile, per una fascia consistente della popolazione, e quindi dei professionisti in azienda. Certamente i piu' giovani, considdetti "nativi digitali", non concepiscono nemmeno l'idea di fare a meno di certi strumenti e della modalita' di relazione che essi comportano, ma non va dimenticato che la fascia di utenti che si servono di Internet, che cresce piu' velocemente, e' proprio quella dei "senior". Quindi, in azienda, il modello a rete e le sue tecnologie abilitanti (Enterprise 2.0) non sono solo convenienti, ma sempre piu' spesso una realta' emergente "dal basso" a cui non e' possibile contrastare una scelta di chiusura. Tutto questo porta alla opportunita' e alla necessita' di fare leva su questo potente modello a rete, e di acquisire al piu' presto una buona consapevolezza - in sostanza qui e' richiesto un cambiamento culturale - per poter beneficiare degli aspetti positivi senza subire quelli negativi, e soprattutto prima dei propri concorrenti.

Gino Tocchetti per Laboratorio Enterprise 2.0
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domenica 19 aprile 2009

TeamBuilding & Social Network

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Mi è capitato in mano un vecchio libro presente nella mia libreria dal 1997 dal titolo “Lo sviluppo organizzativo. Una guida per curare l'efficienza e la qualità” di Lenny T. Ralphs edito da FrancoAngeli. Leggo:
“Il team building elettronico non è altro che il team building supportato dall’alta tecnologia. Un gruppo formato al massimo da 50 persone sta seduto in aula formando una specie di ferro di cavallo. Ognuno dei partecipanti alla sessione ha un computer, e tutti i computer sono collegati tra di loro. I partecipanti non possono parlare; devono digitare i loro commenti al computer, un software elabora le informazioni in tempi minimi e poi scrive i messaggi su uno schermo centrale. [……] (Probabilmente in futuro sentiremo parlare di team building via Internet).”
Non nascondo il sorriso: in questi mesi sto gestendo 3 progetti formativi distinti in cui utilizzo i Social Network della Ning. 12 anni fa era un’ipotesi, oggi avere lo strumento dal Web 2.0 è quasi banale.
Bello notare che le stesse osservazioni di Ralphs valgono tuttora, a sottolineare come in ambito di sviluppo formativo gli strumenti siano abilitanti ma non fondamentali:
  • l’interazione attraverso lo strumento avvicina le persone;
  • “livella” ed appiattisce il terreno di gioco;
  • maggiore trasparenza e sincerità da parte delle persone;
  • molte persone timide relazionalmente generano le idee migliori del gruppo;
  • minori conflitti a base emozionale;
Luigi Mengato per Laboratorio Enterprise 2.0.
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lunedì 6 aprile 2009

Nuove strategie lavorative

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Provocante la proposta di Ikhwan Nazri per una nuova strategia di organizzazione del proprio lavoro. Purtroppo molto lontana dalla nostra cultura legata al “cartellino” da timbrare, piuttosto che alla efficienza da perseguire …..
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mercoledì 1 aprile 2009

Social Network professionali

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Oltre al pluricitato facebook, Social Nework prevalentemenente a carattere “ludico”, non tutti sanno che esistono anche dei Social Network a carattere Business specializzati e focalizzati sulle relazioni di affari. Il più noto è sicuramente LinkedIn, seguito da una serie di nomi che si stanno facendo spazio e suon di servizi e di utenti acquisiti come Viadeo e Xing. Interessante quindi l’articolo su Affariitaliani.it con l’intervista a Cipriano Moneta, Country Manager per l’Italia di Xing.

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martedì 31 marzo 2009

Social Network, Marketing ed Azienda

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Mauro Lupi segnala un interessante indagine online sull’uso dei Social Network nell’area Marketing.

Da sottolineare che il beneficio dell’uso di Social network risulta essere:

  • la visibilità per il proprio business (81%)
  • l’incremento del traffico online e degli iscritti (61%)
  • lo sviluppo di partnership (56%)
  • migliore posizionamento sui motori di ricerca (52%).
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